Bibbia non parla di Dio
La questione fondamentale dell’Antico Testamento è data da questa domanda: quell’insieme di antichi testi parla veramente di Dio? Parla veramente del Dio spirituale, eterno, trascendente, onnipotente, onnisciente che la teologia ci descrive – e al quale ci chiede di credere – come se fosse una certezza assodata e documentata in quelle pagine? I lettori attenti del cosiddetto Testo Sacro e gli studiosi liberi dai condizionamenti dogmatici sanno che la risposta è tutt’altro che univoca e che quel testo pone delle domande e dei dubbi che sono ineludibili.In questo mare di dubbi, in qualità di traduttore di ebraico biblico, affermo con certezza che l’Antico Testamento parla degli Elohim e, in particolare, delle vicende in cui è coinvolto uno di loro, il cui nome è Yahweh.Devo precisare che la lingua ebraica biblica non ha un termine che significhi Dio nel senso comunemente inteso e non ha quel termine perché non esisteva neppure il concetto sottostante.
Innanzitutto bisogna sapere che Elohim è un termine indiscutibilmente plurale e indica una schiera di individui a cui appartiene il protagonista della Bibbia, Yahweh: colui che le dottrine spiritualiste hanno impropriamente trasformato in “Dio”.
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